L’ipotiroidismo è una condizione caratterizzata da una ridotta funzionalità tiroidea che determina l’alterazione di tutte le funzioni corporee da essa regolate. Come riconoscerne i sintomi?
Che cos’è la tiroide?
La tiroide è una ghiandola endocrina situata alla base del collo, la cui forma ricorda quella di una farfalla.
Una ghiandola endocrina (da endo=dentro e crino=verso), si differenzia da una ghiandola esocrina in quanto essa produce ormoni che vengono secreti nel sangue, attraverso il quale, raggiungono tutti gli organi ed i tessuti corporei; una ghiandola esocrina, al contrario, riversa le proprie secrezioni all’esterno del corpo: ne sono un esempio le ghiandole sudoripare e le ghiandole lacrimali.
La tiroide produce gli ormoni triiodotironina e tiroxina, conosciuti come ormoni T3 e T4 in quanto composti da 3 e da 4 atomi di iodio, assimilato dall’organismo attraverso l’alimentazione.
Gli ormoni tiroidei regolano e controllano diverse funzioni corporee, per questo sono indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo e per lo sviluppo del tessuto nervoso e dell’apparato scheletrico del feto. Per fare un esempio, il battito cardiaco, la temperatura corporea e il metabolismo sono funzioni gestite dagli ormoni tiroidei.
L’ipotiroidismo
L’ipotiroidismo è una condizione caratterizzata da una ridotta funzionalità tiroidea che determina bassi livelli di ormoni T3 e T4 nel sangue e l’alterazione di tutte le funzioni corporee da essa regolate. Questa condizione è molto più frequente di quanto si possa pensare: circa il 2-3% della popolazione soffre di “ipotiroidismo franco”, cioè di un alterazione della funzionalità tiroidea che provoca delle manifestazioni cliniche, segnali grazie ai quali il paziente si rivolge al medico che, attraverso opportune indagini ed accertamenti specifici, potrà diagnosticare e trattare l’ipotiroidismo in maniera adeguata; vi è inoltre un 10% della popolazione affetto invece da una forma di “ ipotiroidismo sub-clinico”, cioè asintomatico, dunque difficilmente diagnosticato se non quando la situazione diviene più grave ed iniziano a comparire sintomi specifici.
Quando la concentrazione di ormoni tiroidei si riduce, i processi fisiologici dell’organismo regolati da questi ormoni subiscono un rallentamento: si ha un’alterazione della termogenesi che si traduce in una riduzione della produzione di calore e per questo si soffre spesso il freddo, anche quando le temperature non sono rigide; le funzioni cognitive subiscono un rallentamento e si possono avere problemi di memoria e difficoltà di concentrazione a volte accompagnati da un tono dell’umore depresso; il metabolismo subisce un rallentamento che si traduce in un aumento del peso corporeo, la pelle diviene secca ed i capelli radi e sottili; si può verificare una riduzione della frequenza cardiaca (bradicardia) ed un aumento dei livelli di colesterolo (ipercolesterolemia) ed alterazioni della regolarità mestruale nelle donne e disfunzioni erettili nell’uomo; altre problematiche che si possono verificare sono i crampi muscolari e la costipazione.
Non è difficile comprendere quanto importante sia diagnosticare e trattare tempestivamente l’ipotiroidismo prima che esso degeneri e che possa portare a complicanze come problemi cardiaci e problemi di fertilità o che possa verificarsi la comparsa del cosiddetto “gozzo tiroideo”, un aumento delle dimensioni e del peso della ghiandola tiroidea che si verifica come meccanismo di compensazione: la tiroide accresce le proprie dimensioni per produrre più ormoni allo scopo di compensarne i deficit.
La diagnosi
L’ipotiroidismo viene diagnosticato attraverso un esame obiettivo ed attraverso un esame ematico che quantifica i livelli di TSH nel sangue, un ormone prodotto dall’ipofisi che ha la funzione di stimolare la tiroide a produrre gli ormoni tiroidei T3 e T4;
Se i livelli di ormoni T3 e T4 sono bassi, i livelli di TSH saranno alti, in quanto l’ipofisi cercherà di compensare l’ipotiroidismo producendo una maggiore quantità di TSH allo scopo di stimolare ulteriormente la tiroide a produrre adeguati livelli di ormoni T3 e T4.
Si ricorre alla misurazione dei livelli di TSH nel sangue anziché alla rilevazione degli ormoni tiroidei, in quanto il TSH rappresenta un test più sensibile, che permette di individuare precocemente una carenza funzionale della tiroide rispetto alla rilevazione dei livelli degli ormoni tiroidei, che in una prima fase dell’ipotiroidismo potrebbero risultare nella norma a causa della compensazione attuata dall’ipofisi attraverso il rilascio di livelli maggiori di TSH.
Se si sospetta di soffrire di ipotiroidismo, se si accusano uno o più sintomi citati precedentemente oppure vi è una storia familiare di ipotiroidismo, è importante effettuare un esame ematico per monitorarne i valori e, in caso di positività, rivolgersi al proprio medico per esami di approfondimento.
In questo caso la Nutrizione Potenziativa può offrire un prezioso supporto al controllo e alla cura del disturbo, in quanto è un approccio che mira a compensare metabolicamente il paziente e il suo assetto ormonale.
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